Un approccio ermeneutico sull’iconografia
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Il tiro medievale si faceva con tre dita (presa mediterranea) per sfruttare al massimo la forza fisica. Tirare con due dita (presa fiamminga) permette una presa meno solida e prestazioni inferiori. Talvolta però nei quadri e nei disegni d’epoca si vedono arcieri in pose da guerra che usano solo 2 dita nell’atto di tirare con l’arco: probabilmente perché i pittori hanno assistito ad esibizioni con archi più leggeri, equivocando il gesto reale.
La ricerca è stata effettuata su un campione di 190 immagini di arcieri che spaziano dal VI sec. al XVI sec. Per “arcieri” si intendono coloro che stanno caricando l’arco (4%), che stanno effettuando il rilascio della freccia (23%) e tendendo l’arco con la freccia armata (74%). Le opere iconografiche riguardano l’ambiente di caccia (9%), della battaglia (70%), del martirio (8%), dell’allegoria (7%) e scene di tiro decontestualizzate (4%). I soggetti si suddividono tra uomini (81%) donne (6%) e mostriciattoli o conigli antropomorfi (13%).
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La scelta delle immagini è stata operata in funzione di un parametro essenziale, l’attendibilità della interpretazione artistica desumibile dalla correttezza dei particolari contenuti (vestiario e accessori in generale e riproduzioni delle armi in particolare) dando un “peso” da 1 a 3 ad ogni soggetto del campione.
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Non è stato valutato, per contro, il rapporto tra le proporzioni dei soggetti e lo “scenario generale” nonché le distanze lineari tra soggetti e “bersagli” cercando di estrarre l’essenza dell’atto che veniva immortalato. La maggior parte delle illustrazioni di battaglie, ad esempio, è molto esplicativa. Nei dipinti tardo quattrocenteschi molto spesso viene raffigurato l’ arciere che tende l’arco composito, di chiara ispirazione medio orientale. D’altro canto è ben noto di come la cultura bizantina prima, quella delle Crociate e quella Ottomana poi abbiano influenzato gli eserciti di mezza Europa: lo stile di tiro, la postura ecc. comunque risulta pressoché la medesima.
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Analisi della postura
Le posture studiate si suddividono tra quelle in fase di rilascio (23% delle immagini) e posture ove l’arciere è in fase di trazione (74% delle immagini). Inoltre sono state analizzate le scarse immagini che riportano la fase di caricamento, purtroppo esigue, solo 4%. In sintesi:
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Postura in fase di rilascio (tot 43 soggetti)
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1) Rilascio statico: 16% - la mano rimane ferma sul punto di contatto al volto, al petto, ma può scendere verso il basso.
2) Rilascio dinamico con l’avambraccio in linea con il braccio che sostiene l’arco: 42% - la mano scatta all’indietro sull’asse del braccio dell’arco.
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3) Rilascio dinamico con la mano della corda che scatta verso l’alto: 19% - la mano della corda si proietta verso l’alto e l’avambraccio è comunque in linea con il braccio della corda.
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Postura in fase di trazione (tot. 140 soggetti)
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4) Gomito della corda alto in fase di trazione (15%)
5) Gomito della corda in linea con il braccio dell’arco (48%)
6) Gomito della corda basso in fase di trazione (10%)
7) Aggancio all’altezza del petto (26%)
8) Aggancio all’altezza della mandibola +/-5cm. (24%)
9) Aggancio all’altezza occhio +/-5 cm. (22%)
10) Testa in avanti (54%)
11) Testa in linea o indietro (21%)
12) Gambe dritte divaricate (21%)
13) Gambe piegate (47%)
14) Gambe in movimento (3%)
15) Bacino indietro ad angolo con la schiena (44%)
16) Braccio dell’arco piegato (21%)
17) Braccio dell’arco esteso (44%)
18) T tra spalle e bacino rispettata nei tiri in pendenza (alto o basso) (44%)
19) T tra spalle e bacino non rispettata nei tiri in pendenza (alto/basso) (56%)
Il modello che più si ripete nell’analisi della postura al rilascio è quello rappresentato dal movimento dinamico (2, 3) con la percentuale del 42% (mano in linea con l’asse del braccio dell’arco) e rilascio dinamico con la mano della corda che scatta verso l’alto nella percentuale del 19%. Il modello più evidente della postura nella trazione è rappresentato da Gomito della corda in linea con il braccio dell’arco (48%) Testa in avanti (54%) Gambe piegate (47%) Braccio dell’arco esteso (44%) Bacino indietro ad angolo con la schiena (44%).
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Risultano equiprobabili: Aggancio all’altezza del petto (26%) Aggancio all’altezza della mandibola +/-5cm. (24%) Aggancio all’altezza occhio +/-5 cm. (22%) che potrebbero consistere in differenze stilistiche accomunate dalla necessità di tendere il più possibile la freccia e condizionate dalla distanza del bersaglio, e il mantenimento/non mantenimento della “T” (44% - 55%).
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